Ormai ne sentiamo parlare da qualche tempo. Magari abbiamo sentito qualche amico che ha risolto un brutto mal di schiena o un fastidioso torcicollo rivolgendosi a questa fantomatica figura: l’osteopata. Resta però poca conoscenza di un mondo che, così come in Italia non ha ancora preso piede, in altri paesi europei ed americani è già una realtà affermata. A dimostrazione di questo, in Italia la professione dell’osteopata non è riconosciuta, ma è tollerata; al contrario è riconosciuta ufficialmente negli Stati Uniti, in Canada, in Australia, in Nuova Zelanda, in Israele, in Gran Bretagna, in Belgio, in Svizzera ed in Francia.1
In ogni caso il fatto che questa disciplina non sia riconosciuta non significa che la formazione dei futuri professionisti sia lasciata al caso. Esistono scuole specifiche accreditate presso il Registro degli Osteopati d’Italia,2 “un’associazione senza fini di lucro che svolge attività di autoregolamentazione, autodisciplina, rappresentanza, coordinamento, indirizzo e governance del sistema educativo, deontologico, culturale e professionale al quale si adeguano volontariamente i suoi iscritti, Osteopati Diplomati presso le Scuole che aderiscono ai criteri formativi del R.O.I”. È per questo motivo che dobbiamo sempre assicurarci che il professionista al quale stiamo per affidarci abbia effettivamente seguito il corretto percorso formativo.
Ma andiamo nel dettaglio: l’osteopatia è un sistema di diagnosi e trattamento che pur basandosi sulle scienze fondamentali e le conoscenze mediche tradizionali (anatomia, fisiologia, ecc..) non prevede l’uso di farmaci né il ricorso alla chirurgia, ma attraverso manipolazioni e manovre specifiche si dimostra efficace per la prevenzione, valutazione ed il trattamento di disturbi che interessano non solo l’apparato neuro-muscolo-scheletrico, ma anche cranio-sacrale (legame tra il cranio, la colonna vertebrale e l’osso sacro) e viscerale (azioni sulla mobilità degli organi viscerali).
E’ una filosofia, un’arte ed una scienza olistica basata sull’approccio globale alla persona. L’Osteopatia non si limita a curare le evidenze di una malattia, bensì agisce sulle sue cause, all’origine, escludendo, come detto, l’utilizzo di farmaci.
I principi dell’osteopatia
Unità del corpo
Come metodologia olistica (dal greco olos = tutto) l’osteopatia considera l’individuo nella sua globalità: ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) è dipendente dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell’intera struttura, dunque, l’equilibrio psicofisico e il benessere.
Relazione tra struttura e funzione
Un corretto equilibrio tra struttura e funzione regala al nostro corpo una sensazione di benessere. Qualora tale equilibrio venga alterato (a causa di un trauma per esempio) si parla di disfunzione osteopatica, ossia di una restrizione di mobilità e perdita di movimento in una parte del nostro corpo (ossa, muscoli, organi, etc..).
Autoguarigione
In osteopatia non è il terapeuta che guarisce, ma il suo ruolo è quello favorire la capacità innata del corpo ad auto curarsi.
Le tecniche osteopatiche
Il trattamento osteopatico può avvalersi di numerosi metodi e tecniche di trattamento. Gli osteopati le utilizzano indifferentemente in funzione delle necessità terapeutiche.
Una classificazione possibile è quella che fa riferimento a queste tre grandi famiglie:3
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Tecniche strutturali
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ristabiliscono la mobilità della struttura ossea
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la specificità e la rapidità delle manipolazione consente il recupero della mobilità articolare.
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hanno una forte influenza neurologica, oltre che puramente meccanica, in quanto favoriscono l’emissione di corretti impulsi dalle e alle terminazioni della parte trattata.
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Tecniche cranio-sacrali
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agiscono sul movimento di congruenza fra le ossa del cranio e il sacro, ristabilendone il normale “meccanismo respiratorio primario”, ossia quella combinazione di parti ossee, legamentose, muscolari, e fasciali che consentono il riequilibrio e l’armonia delle funzioni craniosacrali.
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si agisce in particolare sulla vitalità dell’organismo (permette agli esseri viventi di reagire con efficacia agli eventi di disturbo provenienti dall’ambiente esterno e da quello interno).
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Le tecniche viscerali
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Applicando una tecnica specifica, l’osteopatia permette ai visceri di ritrovare la loro fisiologia naturale ed i disordini legati alle restrizioni di mobilità diaframmatica saranno così corretti.
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Esiste da un punto di vista anatomico e funzionale una relazione tra i visceri e la struttura muscolo-scheletrica: una cattiva funzione della struttura (colonna vertebrale), può influenzare uno o più visceri e viceversa.
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Si possono trovare, in persone che soffrono di mal di schiena, problemi di mobilità del fegato, del colon, del rene o dell’utero.
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Il trattamento osteopatico mira, attraverso l’addome ed il diaframma, a ristabilire una buona mobilità viscerale.
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Infine a questo link potete trovare una lista esaustiva, ma non completa, di tutte le patologie che possono essere oggetto di cure osteopatiche.